Ieri e oggi

Oggi la Farmacia Papa è una Farmacia accogliente e colorata dove sarete ricevuti dalla gentilezza e cordialità delle persone che vi lavorano: tutti pronti ad ascoltarVi e ad occuparsi con competenza e partecipazione di tutti i problemi riguardanti la Vs.salute e il Vs. benessere.

Se poi avete anche un fedele amico a quattro o due zampe, il Dott.Ettore Fazio e la Dr.ssa Elena con il loro valido Staff sono pronti a metterVi a disposizione la consolidata esperienza e la sua passione nella cura degli animali: la Farmacia Papa è infatti un punto di riferimento per tutto il mondo veterinario.

Venite a farci visita in questo bel salotto del Centro Storico di Genova: troverete nella Farmacia Papa non solo farmacisti ma amici pronti ad aiutare Voi e i Vostri animali!

La Farmacia Papa trova le sue origini proprio in Via S. Lorenzo nel lontano 1630. Data la sua posizione, vicina da una parte alla zona portuale e dall’altra alla zona del centro dove svolgevano la loro attività i più stimati professionisti, diventò, alla fine del XVIII secolo, il centro di riunione di tutti i cittadini che parteggiavano per le idee nuove provenienti dalla Francia e proprio a quel periodo risale il Mortaio di Bronzo, che è ancora conservato in Farmacia. Fa seguito una cronistoria che racconta un fatto realmente accaduto.

Facciamo un tuffo nel passato, andiamo al 26 Febbraio 1799, giorno nel quale accadde un fatto di cronaca che fece molto scalpore. E’ il tempo della Repubblica Democratica e una riunione del Consiglio dei Sessanta sfocia presto in un drammatico scontro tra diverse parti politiche, uno dei protagonisti è Sebastiano Biagini, appassionato patriota, giornalista e giacobino.
Si tratta di votare il rinnovo delle cariche assegnate ai membri dei consiglio: Biagini, rappresentante del popolo, è favorevole ad un ricambio e accusa coloro che lo avversano di voler mantenere certe posizioni di privilegio.
Volano parole grosse, i toni si fanno accesi e concitati, la tensione è palpabile.
Il più acerrimo avversario del Biagini è un certo Domenico Queirolo, definito nei testi del tempo un maestro nell’arte dell’intrigo.
Terminata la seduta Biagini si concede un pranzo in trattoria e nel pomeriggio si reca in un tipico ritrovo di giacobini dove era solito incontrare i suoi sodali e far proseliti: una farmacia.
Questo non deve stupire, le farmacie in altri tempi furono spesso luogo d’incontro per coloro che erano impegnati in politica, quel giorno Sebastiano Biagini varcò la soglia della farmacia Odero, ai nostri giorni si trova in Via San Lorenzo ed è nota come Farmacia Papa. Questa è stata la sua sede fin dal lontano 1630 ed è tornata ad esserlo.
Per un lungo periodo la farmacia ha avuto una diversa collocazione: a partire dal 1700 venne trasferita in Piazza Nuova, l’attuale Piazza Matteotti, come attesta quest’antica cartolina che proviene dalla ricca collezione del mio caro amico Eugenio al quale va il mio consueto ringraziamento. E proprio lì si reca il protagonista di questa vicenda, seguiamo Sebastiano Biagini mentre va incontro al suo destino.Sebastiano apre la porta, in farmacia trova il deputato Mangini che condivide le sue stesse idee politiche.
Dopo breve tempo giunge anche il Queirolo, vuole farsi le sue ragioni e continuare l’accesa discussione iniziata in Consiglio.
Biagini lo saluta con cortesia e tenta un confronto civile, Queirolo invece si dimostra subito aggressivo, nella discussione interviene anche il Mangini.Il diverbio verbale si fa subito serrato, Queirolo afferra Mangini per la gola e sfodera un affilato coltello con il quale tenta di colpire il suo avversario ma Sebastiano Biagini si mette in mezzo e cerca di fermare la mano armata di Queirolo.
E in questo instante Queirolo sferra un colpo mortale che trapassa il fianco del povero Biagini.
Il vigore della vita lentamente abbandona Sebastiano, prima di crollare a terra egli tenta di sorreggersi a una colonna sulla quale è posato un mortaio. Quella colonna ancora si trova esposta nella farmacia Papa, potete vederla nella lunetta che sovrasta la porta di ingresso. Sebastiano Biagini resta a terra e pronuncia parole di perdono per il suo assalitore.
Presto si diffonde la tragica notizia, il popolo è sdegnato e sgomento.
Attorno al ferito c’è gran concitazione, il farmacista Odero lo soccorre prontamente, Biagini viene condotto all’Ospedale di Pammatone dove morirà la mattina successiva.
Domenico Queirolo si rifugia a Palazzo Ducale ma viene catturato e portato in carcere, sarà processato con estrema celerità, il popolo reclama giustizia per Sebastiano Biagini.
La condanna non tarda ad arrivare, il 2 di marzo Domenico Queirolo viene fucilato sulla Piazza della Cava.La colonna con il mortaio – ritratta sul resto della cartolina
Riguardo a questa vicenda ci sono ulteriori dettagli che meritano di essere ricordati in quanto il funerale del Biagini fu celebrato in maniera piuttosto inconsueta. Il suo corpo viene imbalsamato, per dare l’ultimo saluto a Biagini si allestisce una cerimonia funebre dai toni cupamente macabri.
Sfila per la città un lungo corteo funebre formato da militari e da ufficiali della Guardia Nazionale, i loro passi sono accompagnati dai rulli dei tamburi, sono ben tre le bande che suonano per Sebastiano Biagini.
La marcia è scandita dai colpi di cannone, ne viene sparato uno ogni dieci minuti, quel suono ricorda ai genovesi che è un giorno triste per la città.
In fondo al corteo c’è un carro trainato da cavalli bianchi con le bardature a lutto, su quel carro è posta una sedia sulla quale è assisa la salma del Biagini attorniata da figure allegoriche che richiamano la sua virtù e la scelleratezza del suo omicida.
Ma il cielo non è clemente, come narrano le cronache, sul corteo di scatena una potente grandinata che danneggia il carro sul quale si trova il Biagini. Il Corteo si dirige infine verso la Chiesa di Carignano dove si terrà il funerale.